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Maremma

ALABASTRO DI VOLTERRA IN MAREMMA

Il nome "alabastro" deriva sicuramente dall'egiziano e forse dal nome della città di Alabastron, un tempo famosa per la creazione di giare per la conservazione dei profumi.
Esistono due varietà di alabastro: alabastro orientale (carbonato di calcio) e gessoso (solfato di calcio idrato). Quasi

era un punto di riferimento dei déi, gli Etruschi se li usavano per costruire urne e sarcofagi con ricche decorazioni raffiguranti l'immagine del defunto insieme a scene di vita quotidiana, per viaggi immaginari nell'aldilà.
L'accresciuta raccolta di questi sondaggi è conservata nel Museo Guarnacci di Volterra.

In epoca medioevale e rinascimentale l'alabastro fu quasi del tutto dimenticato, tanto che pochissimi di quei reperti.
L'artigianato alabastrino inizia a fiorire, però, nel 1600 quando, oltre alle opere d'arte si estende solo alla lavorazione dei Mobili da lanciare sul mercato.
La maggiore fase di espansione in tutto il mondo, arriva come il diciottesimo secolo. Oggi

sono davvero poche le imbarcazioni rimaste nel centro storico di Volterra, ma fa apprezzare una visita scorcio di antichità.


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